CARITAS
- Se qualcuno volesse ancora contribuire alla raccolta alimentare promossa dalla Caritas delle nostre parrocchie può portare i generi alimentari in sede Caritas a Monteortone: il mercoledì dalle 9,00 alle 11,00 e il giovedì dalle 15,30 alle 17,30, contattando previamente i responsabili Caritas ai seguenti numeri: Monica 3774620660 / Fernando 3771891560
- Ogni terzo mercoledì del mese, dalle 15.30 alle 17.30, al primo piano (entrata bar) della casa del pellegrino, viene allestito il MERCATINO CARITAS.
- Da poco tempo è attiva l’iniziativa WHATSAPP SOLIDALE: i referenti Caritas una volta al mese scrivono nel gruppo gli alimenti di cui necessita il centro. Questa iniziativa ci permetterà di svolgere delle raccolte alimentari mirate. Se sei interessato a farne parte chiama il responsabile al 3771891560.
Circolo Ricreativo Culturale APS – affiliato a NOI Associazione
- Bar del patronato. Orario: dalle 15.00 alle 18.30.
- Iniziato da giovedì 31 ottobre un Corso di Pittura destinato ai bambini dai 6 agli 11 anni. Per informazioni rivolgersi al bar del patronato. – per maggiori informazioni su queste attività, vedi anche questa pagina
LA PARROCCHIA DI MONTEORTONE COMPIE 100 ANNI
Per l’occasione il nostro “storico”, Enzo Ramazzina, ha composto un breve resoconto:
Da curazìa a parrocchia – All’inizio del 1900, dopo la morte di don Andrea Bazzarin (da non confondersi con l’omonimo benefattore che arriverà in paese qualche anno dopo), il quale sarà ricordato per aver fatto ripulire in santuario parte degli affreschi ricoperti dalla calce, usata nel corso delle periodiche epidemie, fu inviato a Monteortone un certo don Giovanni Garbo (registrato nella cronistoria – forse a causa di un errore di trascrizione – con il cognome di Guolo). Aveva l’incarico di gestire la pastorale con il titolo di “curato”, essendo la sua giurisdizione divenuta, appunto, una curazìa alle dipendenze dell’arcipretale di Abano. Ma cos’era, in definitiva, una curazìa? Un luogo o un territorio ampio e ben determinato, con chiesa propria (chiesa matrice), che, pur restando dentro i confini di una parrocchia, veniva sottratto alle competenze del relativo parroco ed affidato ad un presbìtero di provata esperienza, il quale ne curava il beneficio ecclesiastico.
Dopo il periodo di don Garbo, nel 1907 la “cura d’anime” passerà a don Marco Brunello, noto per aver fatto costruire, nel 1911, la casa del sacrestano, spendendo la considerevole somma di 3.500 lire. Era l’epoca in cui ad Abano veniva realizzato il tram su rotaia, detto anche “tramvia” o “tramway”, vero incentivo per nuovi stabilimenti termali. La linea Padova-Torreglia, inaugurata, appunto, nel 1911, prevedeva una fermata di fronte alla chiesa di Monteortone e, passando davanti all’albergo Giacon (oggi Ermitage Bel Air), proseguiva in direzione di Tramonte, per raggiungere il capolinea di Torreglia e, dal verso opposto, Villa di Teolo.
Il 31 dicembre 1925, in considerazione dell’importanza storica del monumentale santuario, del numero di anime attorno ad esso insediate, nonché dell’afflusso di clienti (dalla gente definiti “foresti” o “forestieri”, perché in maggioranza tedeschi e francesi) dei tre grandi alberghi presenti nel territorio (Grande Stabilimento Termale Monteortone, Terme Giacon, Stabilimento Termale Ernesto Buja), monsignor Dalla Costa, quasi a sorpresa, eleverà la giurisdizione ecclesiastica di Monteortone a parrocchia, formandone il territorio con alcune località tolte ad Abano, Torreglia e Tramonte. Sganciatasi, dunque, dall’ambito di competenza del duomo di Abano, la comunità di fedeli del luogo avrà, di lì a poco, il suo primo parroco.
Il primo parroco di Monteortone – Nominato il 10 aprile 1926, don Ermenegildo Fogo entrerà in parrocchia in forma privata il 24 dello stesso mese, accompagnato da don Angelo Loser (arciprete di Abano e vicario foraneo), don Giuseppe Bazzarin (futuro monsignore, di cui abbiamo ampiamente scritto su questo bollettino in occasione dell’inaugurazione dell’organo e nel settantesimo della scuola dell’infanzia), l’albergatore Ernesto Buja e i fabbricieri Silvio Tondello, Emilio Canella ed Antonio Rebustello.
Il 15 agosto 1926, il nuovo parroco veniva prelevato dal monastero di Praglia, dove si era ritirato da tre giorni per seguire gli esercizi spirituali, ed accompagnato solennemente a Monteortone dal suddetto Bazzarin, da don Giuseppe Dal Maso e da un folto numero di paesani. A metà strada, il corteo venne raggiunto dalla banda musicale di Tramonte. Per tutti fu una grande festa
(continua)
SCUOLA DELL’INFANZIA
LA SCUOLA DELL’INFANZIA DI MONTEORTONE COMPIE 70 ANNI
Per l’occasione il nostro “storico”, Enzo Ramazzina, ha composto un breve resoconto:
Agli inizi del 1950, Monteortone si presentava come un piccolo borgo di circa 700 anime, nel quale regnavano la disoccupazione, l’analfabetismo, la povertà e un’alta percentuale di malattie (soprattutto dell’apparato respiratorio).
Il secondo parroco, don Arturo Tecchio, inviato dal vescovo mons. Girolamo Bortignon a succedere a don Ermenegildo Fogo, insediandosi in canonica nel 1948, aveva riassunto la precaria situazione del luogo con queste laconiche, ma significative parole: “Ho trovato la miseria”.
In tale contesto il giovane prete, sensibile ai problemi delle famiglie e dei più piccoli (molte mamme avevano iniziato ad andare a lavorare fuori casa), ebbe l’idea di realizzare la prima scuola dell’infanzia, che all’epoca veniva chiamata “asilo infantile”, ricavando un locale piuttosto stretto, situato nel retro della sacrestia, a fianco del santuario.
Inaugurata il 7 maggio 1950, tale scuola venne affidata alla gestione e alla didattica della maestra d’infanzia, e fine poetessa, Flora Viola Antonini, coadiuvata da Maria ed Ornella Peruzzo. I bambini erano molto numerosi, per cui la maestra e le due vigilanti dovevano darsi il cambio, durante la giornata, per espletare alla meglio il proprio servizio.
Qualche anno più tardi, durante il parroccato di don Narciso Molon, si pensò di costruire un asilo dignitoso e capiente. Ma dove reperire i soldi per l’attuazione di un progetto così importante? Per incominciare, l’allora ottantenne monsignor Giuseppe Bazzarin pensò di donare alla parrocchia il terreno su cui gettare le fondamenta della scuola. Il magnanimo gesto fu una manna inaspettata e propizia.
Gettate le fondamenta, il 21 giugno 1953 ci fu la posa della prima pietra, con la benedizione del suddetto monsignor Bazzarin. Alla cerimonia presenziarono, oltre alle autorità civili, il nuovo parroco, don Narciso Molon, il progettista ing. Giovanni Morassutti e, ovviamente, l’imprenditore Ermenegildo Cocchio. Intanto, mentre proseguivano i lavori di muratura, venne incaricato, per i serramenti lignei, Rino Pedron; per le opere d’idraulica, Augusto Marcato; per l’impianto elettrico, Lino Cordellina, mentre la tinteggiatura e la pavimentazione verranno commissionate, rispettivamente, ad Antonio Spadati e a Mario Magro. La Cronistoria parrocchiale dell’epoca sottolinea con orgoglio che questi tecnici, od operai specializzati, erano “tutti artigiani di Monteortone”. Un anno dopo, e precisamente il 29 giugno 1954, ebbe luogo l’inaugurazione dello stabile. Poiché il costo complessivo dell’opera ammontava ad oltre 18 milioni di lire, per l’occasione monsignor Bazzarin offrirà di propria tasca un milione (somma considerevole in quel tempo), mentre l’arcivescovo di Milano Giovanni Battista Montini, futuro papa Paolo VI, grazie all’interessamento di don Molon e di monsignor Valerio Donati, donerà alla parrocchia 300.000 lire.
Grazie, dunque, alla filantropia di questo sacerdote (monsignor Giuseppe Bazzarin), che nelle sue volontà testamentarie metterà a disposizione della comunità tutti i suoi beni, diventando, per così dire, il fondatore delle opere parrocchiali (la vecchia canonica, il patronato, i campi sportivi e, appunto, l’asilo), si pensò, verso la metà degli anni Cinquanta, d’affidare la realizzazione di un progetto per la costruzione della scuola materna ad un noto impresario: la “Ditta Cocchio Ermenegildo”. (…) La nuova Scuola dell’Infanzia inizierà la sua attività alla grande, con quattro religiose del Collegio Dimesse di Padova, dette anche “Figlie di Maria” o “Immacolatine”, così che l’8 dicembre 1954, festa dell’Immacolata Concezione, nell’atrio di quella che, da allora in poi, si chiamerà ufficialmente “Scuola dell’Infanzia” (e non più “asilo”), verrà appesa una lapide con questa scritta: “MONS. PROF. GIUSEPPE BAZZARIN, / DI QUEST’OPERA “MARIA IMMACOLATA” / MUNIFICO FONDATORE, / DA GENEROSI OBLATORI E DA TUTTO IL POPOLO / SEGUITO E ASSECONDATO, / IN SEGNO DI STIMA E GRATITUDINE, / A RICORDO DELL’ANNO MARIANO, / LA PARROCCHIA DI MONTEORTONE / D. D.”.
Con il trascorrere del tempo, il paese si ampliava sempre più e, di conseguenza, l’ambiente scolastico non era più sufficiente a raccogliere le istanze delle famiglie che desideravano iscrivere i propri figli, per cui, nel 1968, si iniziarono i lavori di ampliamento dello stabile, terminati ben quindici anni dopo.
L’opera educativa delle Dimesse proseguì fino al 30 giugno 2010, data in cui le religiose, sollecitate dai vertici della loro congregazione, dovettero ritornare alla casa madre. Provvidenzialmente, di lì a poco giunsero in parrocchia le suore Marianiste, con sede generalizia a Roma. Coadiuvate da personale laico, ora sono queste religiose che da circa quindici anni accompagnano il percorso formativo dei bambini, sostenendo il processo di costruzione della loro personalità.
Per il 50° anniversario dell’inaugurazione della scuola, cioè l’8 dicembre 2004, la Parrocchia di Monteortone ebbe a bandire il primo premio di poesia, intitolato “Monteortone… ricordando”. Ventiquattro i partecipanti, con più di quaranta poesie arrivate sul tavolo della giuria, presieduta da Marino Massarotti e formata da Viola Flora Antonini (la prima maestra d’infanzia), Giovanni Ponchio, Enzo Ramazzina e Giampiero Giuliucci. Vincitrice del 1° premio: Elisabetta Stefanini, con la poesia “Tra storia e ricordo”.
RESTAURI in SANTUARIO
Venerdì 06 dicembre è tornata in santuario la pala del: “Noli me tangere – Cristo risorto appare alla Maddalena” (Giovanni Battista Bissoni, tempera su tela con finiture ad olio, 1616, cm 280 x 155). Il quadro, posto sopra al tabernacolo dell’altare del Santissimo era stato prelevato per il restauro il 04 ottobre. Come anticipato il restauro ha comporta una serie di azioni: Pulitura previa esecuzione di campionature per la definizione del corretto livello; analisi di eventuali ridipinture incongrue per valutarne la rimozione; tensionatura con esecuzione di fasce perimetrali; restauro del telaio con inserimento di tensori metallici; consolidamento della pellicola pittorica ove necessario; stuccatura ed integrazione pittorica intervallata da verniciatura; verniciatura finale ed il restauro completo della cornice lignea.
Il costo degli interventi sopra decritti è lievitato a € 9.000,00 al netto dell’IVA. La spesa è considerevole e ad essa si è aggiunto anche il restauro del portalume posto al centro dell’altare (€ 1400 al netto dell’IVA). Per questo rivolgiamo un appello a tutti i benefattori, ricordando che le offerte possono essere dedotte. È nostra intenzione allegare agli atti del restauro anche i nomi dei contribuenti all’opera. Si può sostenere il restauro anche attraverso un bonifico. Le coordinate sono: PARROCCHIA SANTA MARIA ASSUNTA IT08 J030 6909 6061 0000 0009 381.. Grazie di cuore per quanto potrete fare!
Usiamo questo spazio per informare che abbiamo completato, sempre venerdì 06 dicembre, anche il nuovo impianto di riscaldamento / climatizzazione della sacrestia. Mancano ancora alcuni altri lavori (in programmazione) e saremo pronti ad accogliere i pellegrini del prossimo Giubileo.

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